La demenza è una condizione patologica caratterizzata dalla progressione più o meno rapida di deficit cognitivi e di disturbi del comportamento che portano alla perdita dell'autonomia e dell'autosufficienza. E’ una patologia che interessa dall’1 al 5 per cento della popolazione sopra i 65 anni di età, con una prevalenza che raddoppia poi ogni quattro anni fino a una percentuale del 30 per cento in soggetti di età superiore a 80 anni: dato il progressivo incremento dell’invecchiamento della popolazione, costituisce "una priorità mondiale di salute pubblica” come definito dal Rapporto OMS e ADI del 2012.
Il quadro di demenza può dipendere da differenti eziologie: degenerative pure, degenerative con quadri clinici misti (malattia a corpi di Lewy, demenza fronto temporale, demenza cortico-basale), vascolari, infettive (malattia di Creutzfeldt-Jakob), genetiche (m. di Alzheimer familiare, m. di Huntington, CADASIL). Inoltre, esistono alcune forme di deterioramento cognitivo da cause curabili in cui la diagnosi precoce diventa indispensabile al fine di un trattamento efficace e una reversibilità dei sintomi.
Negli ultimi anni, si sono affinate le tecniche di indagine diagnostica che consentono più facilmente di individuare la etiopatogenesi del disturbo cognitivo e, parallelamente, sono in corso studi su nuovi farmaci rivolti al trattamento delle forme degenerative e nuove strategie terapeutiche con risultati ancora non del tutto definiti.
Alla luce di queste considerazioni, è stato impostato il tema del convegno annuale della sezione Lazio della Società Italiana di Neurologia con approfondimenti che partono dall’approccio clinico del soggetto con disturbi cognitivi con la proposta di un algoritmo diagnostico e l’illustrazione delle varie tecniche di indagine da quelle più utilizzate a quelle più invasive. Nella seconda parte, verranno descritti nuovi tentativi terapeutici farmacologici e le opportunità di gestione sociale con la discussione del Piano Demenze della Regione Lazio.